Rassegnati è la rubrica settimanale che seleziona un fatto degli ultimi giorni per provare a mostrare com’è stato riportato dalla stampa italiana. Tra strategie comunicative ed errori, viene svelato il filtro che copre ogni notizia. Oggi parliamo del referendum per la cannabis legale e del via libera dato dalla Cassazione.

Pochi giorni fa la Corte di Cassazione ha validato le firme raccolte a sostegno del referendum per legalizzare la cannabis. Le persone che hanno aderito e richiesto un intervento legislativo in tal senso sono state più di 600mila. Gli obiettivi del referendum sono depenalizzare la coltivazione e l’uso personale della cannabis. Il prossimo passaggio avverrà il 15 febbraio, quando la Corte Costituzionale si pronuncerà a riguardo. Come ne ha parlato la stampa italiana?

Il Fatto Quotidiano ha comunicato il via libera della Cassazione con un articolo piuttosto beve, in cui si riporta il tweet di “Referendum cannabis legale”, il promotore dell’iniziativa. Si elencano poi le associazioni e i partiti che sostengono la legalizzazione della cannabis e, nella conclusione, si estende lo sguardo ai referendum in attesa di approvazione: quelli su eutanasia e giustizia.

Il Post dedica un articolo a tutti i temi su cui si esprimerà la Corte Costituzionale il 15 febbraio. Vengono innanzitutto approfonditi i sei referendum sulla giustizia, spiegandone il campo d’azione: responsabilità civile dei magistrati e separazione delle carriere, custodia cautelare, abolizione della legge Severino, valutazione dei magistrati e requisito della raccolta firme per il magistrato che intende candidarsi al Consiglio superiore della magistratura.

Poi si passa a quello sull’eutanasia e, infine, a quello sulla cannabis, di cui vengono illustrate anche le potenziali conseguenze sul piano amministrativo. «Il quesito propone di eliminare la sanzione della sospensione della patente di guida e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori, oggi prevista per tutte le condotte finalizzate all’uso personale di qualsiasi sostanza stupefacente o psicotropa».

La testata, quindi, non si sofferma a lungo sulla legalizzazione della cannabis. Coglie invece l’occasione del via libera dato dalla Cassazione per fare un quadro generale dei referendum in attesa di approvazione.

D’altro canto La Repubblica si concentra sul profilo delle persone che hanno sostenuto il referendum e sullo strumento della firma digitale. Il titolo, evidentemente clickbait, pone chi legge in una posizione dubitativa: «Firme digitali e cannabis: un clic vale davvero un voto?». Si richiama il «dibattito sui rapporti di potere fra cittadini e istituzioni, fra democrazia diretta e rappresentativa» emerso attraverso l’adozione della firma digitale per i referendum sull’eutanasia prima e sulla cannabis poi.

Vengono presentate due posizioni antitetiche. Da un lato vediamo Marco Cappato, esponente dell’Associazione Luca Coscioni (sostenitrice di entrambi i referendum), che interpreta questa svolta come «una gigantesca opportunità per la nostra democrazia». Dall’altro Massimo Cacciari, il quale sostiene che «per fare politica servono grandi organizzazioni e discussioni in presenza», non considerando evidentemente tutte quelle persone che “in presenza” non si possono recare. Il tutto è corredato da un servizio-dibattito di 19 interviste sul tema.

Nonostante le migliaia di firme riscosse a sostegno del referendum sulla cannabis legale, le principali testate italiane sembrano non aver dato grande spazio all’intervento della Cassazione. Questo aggiornamento, che sicuramente favorisce l’iter dell’iniziativa, è stato comunicato in modo abbastanza conciso da molti quotidiani. Si sta aspettando l’intervento della Corte Costituzionale per dare il là al dibattito?