Comunicare nelle operazioni militari è fondamentale. Molto spesso le analisi di “specialisti” non considerano la struttura del flusso di informazioni, ma prediligono la descrizione di ciò che avviene sul campo: fa sempre colpo parlare di intelligence, citare Clausewitz fermandosi a poche righe del primo libro della sua opera pubblicata postuma, etc.. Ogni tanto si accenna alla logistica e al flusso di rifornimenti, ma è rarissimo lo studio dei “collegamenti tra i vari livelli ordinativi. Seguirà un intervento che affronterà le origini delle trasmissioni dell’Esercito Italiano, pertanto saranno omesse le vicende precedenti alla II guerra di Indipendenza.

LE ORIGINI

L’Esercito italiano trae origini dall’Armata Sarda. Perciò, a ragione, si può iniziare a parlare – per fluidità di narrazione – di collegamenti “italiani” a partire dalle guerre di Indipendenza.

Fino ad allora gli ordini a livello strategico, operativo e tattico venivano emanati attraverso: portaordini, colombaie, e strumenti (tamburi, trombe). L’esperienza napoleonica aveva introdotto il telegrafo ottico per le comunicazioni strategiche.

comunicare
Comunicare in battaglia.Telegrafo ottico o di Chappe

Il progresso scientifico e la necessità di comunicare tra i livelli ordinativi consentirono lo sviluppo di tecnologie in grado di accelerare le comunicazioni.

GLI STUDI TECNICI

Già dal 1855, l’ingegner Cesare Bonelli, aiutato dallo svizzero Hipp, stava mettendo a punto un telegrafo da campo. I due studiosi stavano adattando la tecnologia del telegrafo alle necessità belliche. Il telegrafo ideato da Bonelli era di rapido impianto, adatto alle necessità per comunicare in un conflitto. I cavi potevano essere stesi da un militare a cavallo che lasciava scorrere un filo isolato   sul terreno, arrotolato su una bobina da 500 metri.

Cesare Bonelli. Comunicare in battaglia
IL PRIMO ORDINAMENTO

In Italia la telegrafia elettrica fu impiegata per la prima volta in operazioni di belliche durante la Seconda guerra di Indipendenza, nel 1859. Essa si affiancò a quella ottica ideata dal maggiore del genio Alessandro Rocci.

Il regolamento per il servizio del Genio Militare in campagna del 1859 prevedeva che il servizio telegrafico in supporto all’armata Sarda fosse espletato dall’Ispettore Capo (all’epoca Bonelli) e da un vice Ispettore dei Telegrafi dello Stato, sottoposti al Comandante Superiore del Genio.

Il primo impiego di questa tecnologia sul campo di battaglia aveva delle limitazioni. Innanzitutto era a base civile, ed era sottoposta al ministero dei Lavori Pubblici. Questa dicotomia non consentiva in tempo di pace di addestrare il personale e preparare il materiale per la campagna.

IL PRIMO IMPIEGO

Per la Seconda guerra di Indipendenza, vennero assegnati al Comando Genio 9 ufficiali telegrafici civili di 2^ classe, 4 ufficiali telegrafici di 4^ classe e qualche altro impiegato. Questi impiegati impiantarono, salvo lo stendimento della linea tra borgo S.Martino e Occimiacco, tutte reti le telegrafiche. A nulla valse  l’istituzione di un servizio telegrafico speciale presso i quartier generali dell’armata per coordinare le operazioni. Nacquero subito frizioni tra i ministeri interessati soprattutto per aspetti materiali. Perciò i comandi italiani dovettero utilizzare i telegrafi francesi, facendo di questa prima esperienza sul campo un vero fallimento.

Seconda guerra d'indipendenza italiana - Wikipedia
II Guerra di indipendenza. Battaglia di Magenta
DALLE CAMPAGNA DEL 1860 ALLA MILITARIZZAZIONE

Le campagne del 1860 videro sempre impegnati nel servizio gli impiegati civili. La componente telegrafista era, ancora, subordinata al Comando superiore del Genio, ma le autorità non avevano apportato nessun miglioramento alle criticità evidenziate nella precedente campagna.

Sebbene impiegati civili espletarono il compito egregiamente, il servizio evidenziava delle problematiche di carattere disciplinare e di comando e controllo. Perciò, lo Stato Maggiore Italiano, nel 1862, cercò di risolvere la situazione mediante un nuovo Regolamento per il servizio telegrafico in campagna. Era iniziata la progressiva militarizzazione del servizio telegrafico.

Con un decreto del 4 settembre 1862 il Ministero della Guerra stabilì la divisa (già introdotta nel 1859) da guerra per il personale civile mobilitato. Questa divisa era simile a quella dei commissari del genio con la sola differenza nei ricami d’argento della goletta e delle maniche.  

Solo nel 1863 si hanno notizie di prime sperimentazioni e addestramento di reparti del genio per insegnare agli zappatori lo stendimento e il ripiegamento delle linee telegrafiche.

In via sperimentale, il 9 febbraio 1864, lo Stato Maggiore emanò un’istruzione sul maneggio del materiale telegrafico da campo. Dopo qualche mese, in cui gli addestramenti venivano condotti con l’ausilio degli uffici civili dei telegrafi dello stato, il Ministero della Guerra, il 19 novembre 1864, istituì una Scuola Telegrafica per le truppe del genio presso la sottodirezione dei parchi di Alessandria. 

Ciò diede inizio alla specialità telegrafisti, inquadrata nelle unità del genio.