Rassegnati è la rubrica settimanale che seleziona un fatto degli ultimi giorni per provare a mostrare com’è stato riportato dalla stampa italiana. Tra strategie comunicative ed errori, viene svelato il filtro che copre ogni notizia. Oggi parliamo della sospensione del vaccino AstraZeneca, degli incidenti stradali accostati alle somministrazioni e del tono allarmistico dei giornali.
Negli scorsi giorni sono stati segnalati alcuni casi di problemi circolatori (trombosi) in persone vaccinate AstraZeneca. Lunedì, quindi, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha deciso di sospenderne la somministrazione in Italia in via precauzionale, come è accaduto anche in altri Paesi. Dopo alcune indagini l’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) ha constatato che non c’è alcun nesso causale tra le trombosi e l’uso del vaccino AstraZeneca, dando quindi il via libera agli Stati che hanno ripreso la campagna vaccinale. Nel lasso di tempo tra la sospensione e il ritorno di AstraZeneca, però, i media si sono scatenati con toni allarmistici che non riguardavano solo la casa farmaceutica, ma le dosi anti Covid in generale. Cosa è stato scritto in questi giorni? E perché è importante farci caso anche se la campagna vaccinale è tornata a pieno regime?
Ha fatto molto scalpore l’articolo che La Repubblica di Bari ha pubblicato il 16 marzo. Il titolo originario, «Taranto, muore investita da un bus: era appena uscita dall’ambulatorio dopo aver fatto il vaccino», è stato modificato poche ore dopo la sua diffusione. Il nuovo articolo si apre infatti con «Taranto, 83enne muore investita da un bus sotto gli occhi del marito e del figlio». Viene così eliminato l’accostamento tra vaccino e incidente stradale. Che il titolo originario fosse clickbait – cioè costruito appositamente per attirare click – risulta evidente leggendo il corpo del testo. Il legame tra la morte della donna e il vaccino, infatti, viene subito sciolto.
Si scrive chiaramente che la persona coinvolta è deceduta sul colpo in seguito all’incidente. Nonostante ciò la sua uscita dal centro vaccinale viene rimarcata, come se tra i due fatti ci fosse una qualche connessione. Dopo aver spiegato le dinamiche dell’incidente, inoltre, l’articolo torna sui vaccini, raccontando che è in corso la somministrazione delle dosi per gli anziani. Anche in chiusura, quindi, l’attenzione si concentra sull’elemento anti Covid, che rende più interessante una semplice notizia di cronaca.
Un articolo simile è comparso il 15 marzo sul Corriere della Sera di Milano. Nuovamente si pongono in relazione il vaccino e un incidente. Il titolo recita: «Pavia, coppia di anziani in ospedale per il vaccino anti-Covid: travolti dall’ambulanza, lui è grave». Va evidenziato, però, che il Corriere si è limitato a nominare il vaccino solo nel titolo, mentre nel corpo del testo è completamente assente. Il resto della narrazione, infatti, si concentra sulle dinamiche dell’incidente. Anche se un articolo di questo tipo può non sembrare incisivo, bisogna ricordare che sono numerose le notizie simili emerse recentemente. È la loro massa ad essere preoccupante e capace di generare conseguenze importanti sul rapporto tra opinione pubblica e vaccini.
L’andamento dell’informazione ha riportato alla luce anche alcuni articoli dello stesso stampo pubblicati nelle scorse settimane. È il caso di Fanpage.it che il 25 febbraio sceglie il titolo: «Infermiera investita alla Nuvola di Fuksas: aveva terminato le vaccinazioni contro il Covid». Nonostante non si indichi una relazione di causa effetto tra i due fatti, essi vengono comunque posti l’uno accanto all’altro. Si tratta sempre di un incidente stradale, una notizia che solitamente non fa tanto rumore sui giornali, ma che attira l’attenzione proprio per la «correlazione insensata» con il vaccino. In questo caso il riferimento alle dosi anti Covid, anche all’interno del testo, ha l’ulteriore scopo di eroicizzare la figura dell’infermiera Nancy Nardi, il cui nome è peraltro assente nel titolo. Infatti l’articolo diventa un’occasione per riferire le parole dell’assessore regionale Alessio D’Amato: «Voglio esprimere un senso di vicinanza a chi sta compiendo il proprio dovere al servizio dei cittadini».
A proposito dell’andamento dell’informazione nell’ultima settimana Francesco Costa, vicedirettore del Post, scrive: «Nonostante sia statisticamente normale che alcune persone muoiano dopo aver fatto il vaccino – senza che la loro morte sia stata causata dal vaccino […] – i media trattano ogni singolo caso come se fosse una notizia, fanno titoloni allarmisti, creano psicosi e paure, spingendo la politica a reazioni inconsulte e dannose». Le notizie qui riportate si sommano a quelle sulle presunte morti dovute ad AstraZeneca e le conseguenze di questo fenomeno sono importanti. Riportare tali incidenti in modo acritico e accostarli senza motivo ai vaccini, soprattutto in un momento di forti dubbi sulla casa farmaceutica, comporta un calo della fiducia non solo verso i vaccini, ma anche verso tutte le misure anti Covid. In un contesto in cui il negazionismo dilaga tale comunicazione, priva di fondamento scientifico, mina la sicurezza pubblica.
Naturalmente non è una narrazione casuale, ma si basa su delle precise motivazioni. La strategia adottata produce articoli facili da leggere, veloci da scrivere, che impiegano una ricerca snella e provocano molti click. I quotidiani non lavorano solo con le notizie, ma anche e soprattutto con il tempo. Devono essere rapidi nel commentare gli argomenti del momento. Tale constatazione, però, non li assolve dalle loro responsabilità, in quanto il modo con cui le notizie vengono date incide sulle decisioni delle persone e sulla loro percezione gli eventi. In questo caso specifico le parole scelte influiscono sull’impegno civico che ciascun individuo assume nel rispettare le restrizioni, nel fare o meno il vaccino e, per esteso, sull’andamento della pandemia, delle morti e dell’economia.
Siamo nel mezzo di una vera e propria infodemia. La pluralità di canali che trasmettono le informazioni si fa concitata e allarmistica e il singolo individuo si trova spaesato. È l’ipertrofia dell’informazione che rende faticoso orientarsi, scegliere una notizia precisa, analizzarla e capirne l’attendibilità. Per riprendere consapevolezza e capire in che direzione guardare, un buon inizio è mettere a confronto le fonti. Individuare la strategia comunicativa di un articolo e il suo focus d’attenzione permette di relativizzarne la prospettiva e assumere uno sguardo critico.