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The Batman: l’eroe di cui avevamo bisogno

Al cinema, Batman ha cambiato interprete quasi quanto James Bond. Registi iconici si sono avvicendati nel dare vita al Cavaliere Oscuro, e ognuno ha portato la sua visione personale. A volte, perdendo per strada il significato profondo del fumetto e la caratterizzazione del personaggio nella sua versione moderna. Oggi che siamo saturi di cinecomic, abbiamo atteso l’arrivo nelle sale di The Batman con più scetticismo che aspettative. Fortunatamente, l’opera diretta da Matt Reeves ci ha consegnato un Batman quasi inedito e un intreccio che ben merita le quasi tre ore di durata della pellicola.

Non è stata la mano di Sorrentino

“È stata la mano di Dio” è il meno sorrentiniano dei film del regista, ma inevitabilmente quello più vero. Per raccontare la propria tragedia personale Paolo Sorrentino sceglie l’unica via possibile: dirigere come uomo lasciando il sé regista fuori dal film.

Chi ha paura di un manga in libreria?

Il recente incremento tra i Gen-Z delle vendite di manga ha messo in allarme chi vede le produzioni asiatiche, sia letterarie che audiovisive, come un “vento d’oriente” misterioso e forse pericoloso. Ma anime e manga sono tra noi ormai da qualche decennio. Che visione ne abbiamo, oggi, noi che ci siamo cresciuti insieme? E quali sono i pregiudizi che ancora impediscono a molti di cogliere la complessità e le potenzialità della narrativa asiatica, in particolare giapponese e sud-coreana?

OFFSide Festival 2021, trionfano due produzioni italiane

OFFSide Festival 2021 ha visto il successo di due film italiani, "La fortuna non esiste" e "Brazzo Football Klub". Due storie che hanno saputo toccare le giuste corde sia della giuria che del pubblico, preferendo premiare entrambe il contenuto, anziché la confezione, seppur scintillante di "89", da tutti considerato il grande favorito a inizio rassegna. @GiuseppeDiGirolamo di #ThePitch_Olympia fa un resoconto delle pellicole in concorso.

Foundation e Dune, quando il futuro è vintage

In letteratura, la fantascienza ha i suoi mostri sacri, romanzi e saghe a cui ogni autore contemporaneo si ispira. Cosa succede, però, quando queste opere classiche approdano sul grande e piccolo schermo? Hanno saputo resistere al trascorrere del tempo, o sono ormai obsolete?

Dal celebre film “Troy” al remake di Netflix “Troy: fall of...

Troy e il suo remake di vent'anni dopo: che cosa è successo nel frattempo? L’ondata del politicamente corretto non poteva non travolgere il mondo cinematografico, quello del grande schermo e quello delle piattaforme streaming. Da poco su Netflix, Troy: fall of a city è il remake del grande cult Troy, uscito nel 2004 e il ventennio interposto tra i due è tutt’altro che invisibile

Cambiare il passato – Tra “what if…?” e revisionismo storico

Bridgerton e Hollywood, Lovecraft Country e Watchmen: sono solo alcuni, recenti esempi di come la TV ami mescolare un pizzico di ucronia con i generi più disparati. Le storie basate sulla domanda “what if”, ovvero “E se…?”, sono sempre state popolari, ma oggi vivono un momento di particolare successo. Ci spingono a chiederci cosa sarebbe potuto accadere se un evento storico fosse andato diversamente. Attirano critiche, incoraggiano polemiche. Perché sono così polarizzanti? E a che genere di bisogno narrativo vogliono rispondere?

Un naturalismo d’immagine. Il cinema siciliano dei paesaggi

Dalla trilogia del Padrino a "Il gattopardo", da "Stromboli terra di Dio" a "Salvatore Giuliano". La Sicilia al cinema non sta soltanto nel fervore dei suoi personaggi, ma anche nello splendore dei suoi paesaggi. La seconda puntata di "Viaggio in Italia" dedicata alla Sicilia_ di Luigi Luca Borrelli

L’Arte del gioco: Promesa

Artista digitale milanese di famiglia sudamericana, Julián Palacios Gechtman sta raccogliendo consensi e premi con il suo Promesa, un viaggio digitale nei ricordi e nei sogni di un mondo a metà tra l'Italia e il subconscio.

Tsai Ming-Liang, un cinema in proiezione

Facebook: cinema aperti, sale vuote. Francesco Fiero di #7muse torna a parlarci di Slow Cinema con il film simbolo "Goodbye Dragon Inn", storia di un cinema deserto. Instagram: «la filosofia dello Slow Cinema sta tutta qui: diamo consistenza al tempo e allo spazio, lasciamo che lo spettatore si interroghi su ciò che sta guardando, non bombardiamolo di immagini ma offriamogli una possibilità di significato, che passa silenziosa “dentro” la pellicola, in profondità, penetrandola». Francesco Fiero di #7Muse ci parla del film simbolo dello Slow Cinema, "Goodbye Dragon Inn" di Tsai Ming-Liang.

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